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martedì 29 marzo 2016

"IL CASTAGNO DI GIORGIO" di Dante Bortolotto



IL CASTAGNO DI GIORGIO.

Novembre...nel giorno di un Santo
che diede il suo nome a mio figlio...
racconta...l'antico castagno...
racconta...racconta una storia
per ogni sua foglia che perde.

la nebbia stagnante d'Autunno
avvolge e...scurisce la sera,
ascolto...la voce...sincera,
che non riproduce alcun suono.

" Qui sotto...un sentiero scorreva,
univa più borghi a un paese,
di fianco alla casa...crollata,
laggiù...il mio metato fumava.

Amelia...agognava il suo amore,
egli era un soldato del Duca,
morì in una guerra ...perduta,
un mese e...finì...il suo dolore.

Giovanni...passava...ogni tanto,
con l'asino grigio ed un cane,
portava una zappa e un forcone,
faceva...il Massaro del sale.

Gregorio...era un bimbo picchiato,
coglieva i miei frutti in ginocchio,
il padre lo aveva storpiato,
e Lui non aveva più pianto.

Ascolta...lo senti il richiamo?
è la tua bisnonna Lucia,
nei bei mezzogiorni d'estate
chiamava alla mensa i suoi figli.

Che piccola donna tenace!
veniva da un altro Paese
e...c'è il suo dialetto...cantato,
in tante delle tue parole."

Vorrei...passar oltre la notte
sdraiato di fianco al mio amico,
è saggio...uno spirito antico,
da secoli...assorbe emozioni.

Ma...il vecchio castagno...non sa
del tempo che scorre ogni giorno,
son io che traduco...in passato,
il suo raccontare in presente.

Nel tronco possente...un millennio,
di voci, rumori, passioni,
compressi in un unico istante,
lui pensa...che io...l'ho innestato!.

Per lui sono...il padre-padrone
e pensa che io tutto...conosca,
racconta...così...per parlare,
ma il tempo...il suo tempo...non passa.

DANTE BORLOTTO

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