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sabato 6 febbraio 2016

"LASAGNE" di Susan Moore

LASAGNE

Il bagno.
Doveva andare in bagno.
Si alzò, tastando nel buio il perimetro del letto.
Lentamente, trovò la strada.
Inevitabilmente, passò davanti allo specchio.
Ci ritornò
Non riconobbe gli occhi. Non li riconosceva mai, dopo aver pianto.
Le si gonfiavano oltre ogni misura. Non era così, un tempo. Quando era più giovane, poteva piangere per ore e poi….sì, un po’ di gonfiore, ma nulla di più.
Negli ultimi anni, invece, ogni pianto sembrava lasciasse un segno.
Ogni volta qualche piega dell’espressione cambiava: le lacrime erano diventate più rare, più forti, quasi inconsolabili.
A vent’anni piangi per un amore. A 50?
Scosse la testa.
“Piangi e basta” si disse.
Agitò una bomboletta di acqua miracolosa. Nebulizzò la fronte e gli occhi. Fresco, sentì un fresco piacevole. Tamponò con la salvietta.
Nulla era cambiato.
La pelle bruciava ancora.
Gli occhi che la rifissavano dallo specchio erano gli stessi di prima: pesti come dopo un incontro di pugilato.
Non aveva mai guardato un incontro di boxe.
Suo marito le narrava delle sere passate con sua madre a vedere 2 energumeni che se le suonavano di santa ragione. Lei ricordava poche immagini di occhi pesti. I suoi. I suoi in questa mattina appena accennata.
Tornò a letto.
Era una mattina silenziosa, aveva sonno, aveva bisogno di chiuderli quegli occhi.
Non voleva ricordare perché.
Erano pesti e basta.
Aveva pianto e basta.
Non c’erano ragioni, nessuna ragione.
Solo emozioni.
Chiuse gli occhi e le apparve una teglia di lasagne.
Non aveva fame.
Si vedeva prepararle per un giorno speciale
Uno strato di besciamella, ragù, formaggio, sfoglia ed ancora besciamella, ragù, formaggio, sfoglia. Fino a riempire la teglia. E poi pigi, pigi un po’ di più. Entrerà ancora besciamella, ragù, formaggio ed un ultima sfoglia. Spolverata dell’ultima traccia di sugo ed un ultimo spolverio di besciamella e formaggio. Quello che serve per la crosticina.
Era una teglia di lasagne?
Viveva così: continuando a mettere besciamella e ragù e sfoglia e formaggio e pigiare. Soprattutto pigiare, per avere quel gusto giusto, pronto a sorridere.
Si voltò su di un fianco. Cercava il sonno.
Non sarebbe cambiato nulla.
La teglia era in forno.
Il profumo arrivava come aprivi la porta.
Il sonno la prese.
S.M. (c) 06/02/16

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