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mercoledì 3 febbraio 2016

"LA MIA VOCE" di Elisabetta Barbara De Sanctis



LA MIA VOCE …

Ero. Poi d’improvviso non ero più.
Ora sono. Cosa non lo so.
Ancora mi cerco, la notte,
quando il buio mi attraversa e restiamo solo noi.
Io e le parole.
Quante volte le ho vomitate su salati fogli di carta
cercando sollievo da un destino, da un dolore, da un amore?
Quante volte le ho bruciate
così che con loro bruciasse persino la mia anima?
Ma loro ci sono. Ci sono sempre.
Contorte, fragili, dolenti e a volte indecenti.
Le respiro.
Mi drogo di emozioni e di parole, di istinti e di parole, di brividi e di parole.
Fatta.
Di inquietudine. E di parole, di tante parole.
Le maledico facendone dolore
quando avrei bisogno di vomitarle ovunque
e loro si fanno piombo e non ne vogliono sapere di esporsi
chiuse in quella gabbia da qualcuno chiamato cuore.
Le mastico facendone pensieri
quando se ne stanno in silenzio, biascicando di rimorsi e di ferite
a ricordarmi che in fondo io sono solo un sogno invecchiato tra parentesi.
Le invento facendone peccati
quando le sento vibrarmi dentro e farsi carne
mentre inquietanti brividi le accompagnano nude sulla mia pelle.
Un calamaio di lacrime, umori e sangue
in cui intingere il pennino e provare a dimenticare
e provare a vivere mentre l’anima si frantuma in mille pezzi
e si ricompone, una volta ancora.
Ne ho bisogno. Ho bisogno di sentirle, come adesso
vive, che scorrono libere su un foglio che non è un foglio.
Ma devo togliermele da dentro
prima di impazzire
prima di imploderci e lasciarci l’ultimo respiro.
Anche adesso. Anche questa notte.
Ascoltale.
Le senti? Le senti come urlano, le parole?


( ©Elisabetta Barbara De Sanctis da "Anima e Carne" ed. ErosCultura)

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