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giovedì 7 luglio 2016

"TI HO INVENTATO" di Moses Soon



Ti ho inventato.

Cercavo solamente qualcosa che ti somigliasse, ma non sono mai riuscito a trovarlo. Un particolare, una cosa esclusiva che sapevo essere solamente tua, che solamente io ero in grado di distinguere e riconoscere. Ti cercavo tra mille ombre. Ti cercavo tra la folla anonima di una città spenta. Ti desideravo; cercavo di te qualsiasi cosa non fosse differente da quello che sei. Ti cercavo negli sguardi della gente, negli occhi di una bimba intenta a giocare a palla con un gatto. Ti vedevo appesa al cielo, luminosa e immensa, come la luna che sorge a oriente. Cercavo di afferrarti, ma ogni volta che stavo per agguantarti, il sogno s'interrompeva e tu svanivi. Continuavo a cercarti logorato dalla vita, curvo sulle spalle come un accattone in cerca della compassione altrui all'angolo di una via. Era come se una febbre mi divorasse, giorno dopo giorno, tempo dopo tempo, vita dopo vita. Camminavo per il mondo in cerca della tua essenza, di una prova che mi confermasse la tua esistenza. Camminavo e ti cercavo, scorgendo tra i colori della terra, il nero dell'asfalto, il rosso delle foglie di un autunno senza fine, il giallo del mio piscio, tra i riflessi impalpabili della pioggia, tra le spire di fumo di una sigaretta, tra gli oggetti esposti nella teca di un museo, cercando particolari esclusivi, unici e inimitabili da usare per disegnare il tuo corpo , per trasformare in realtà i miei desideri più estremi, per trasformare in realtà un sogno da custodire per sempre tra le braccia, da riporre tra le pieghe dei miei ricordi. Non riuscivo a udire il tuo richiamo, confuso dal canto di mille altre sirene, e alla fine, esausto e amareggiato, ferito e umiliato, ho avuto un'intuizione, ed è in quel momento che ho capito cosa avrei fatto. Ed è stato in quel preciso istante che ho deciso cosa fare, che ho deciso di inventarti. 
Continua...

MOSES SOON

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