Son figlia di quelli che girarono il capo
Distratti dai treni che arrivavano in orario
Anche dai treni chiusi, pieni di piscio e paura
Non sono figlia di ebrei, nè di zingari, né dii malati mentali
Tantomeno di oppositori politici
Sono frutto compiuto dell’uomo qualunque
Figlia dei 20 anni dopo quell’orrore
Nata dalla voglia di sopravvivere
Ho letto, ho sofferto, ho pianto, ho provato a rivivere
Ho odiato quei capi cari, ma rivolti altrove
Non potrò dimenticare quello che non ho vissuto
Ma sentito e patito
Non leggo “il diario”
Vivo il reale
Sento il puzzo di piscio dei treni che mi arriva troppo vicino
Portato dal mare
S.M. © 12/06/16
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