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mercoledì 25 novembre 2015

"L'AMORE VIOLATO" di Stefania Diedolo



L'AMORE VIOLATO

C’è stato un tempo in cui, per la felicità d’amare, sono naufragata in alcove di seta e gelosie immotivate di gesta infantili. Era il tempo delle tue mani, la voce che riempiva, la paura di perderti, le ambiguità sottili. C’è stato un tempo in cui sentirmi viva aveva il tuo riflesso, lo scorrere del tempo era insopportabile, i tuoi abbracci erano serrature chiuse a chiave, i baci… voragini senza limiti di sazietà.

Oggi l’amore non ha più sfumature, ma contorni smarcati. La tua voce schiaccia e la paura è adornata da corone di spine. Le tue mani sono sempre ruvide, la tua essenza un fluire arido di distanze precarie. Necessarie.

Ho detto basta allo smarrimento delle dipendenze radicate.
Ho detto basta ai ricatti affettivi.
Ho detto basta all’amore legato.
Costretto. Imbavagliato.
Ho detto basta a te. Te l’ho detto.

Non puoi costringermi ad amarti se strutturalmente non vesti con il tuo abito migliore il mio cuore. Mi ucciderai per questo? Non temo la morte, sarà solo liberazione dal tuo fiato alcolico dentro i miei polmoni. Se l’amore è bellezza, tu sei il brutto legalizzato da quattro mura domestiche e l’indifferenza generale della famiglia estranea, dei vicini di casa primitivi.

Quante volte ancora l’amore violato mi costringerà all’angolo della vita? Me lo chiedo incessantemente mentre lacrimo e sanguino dignità. Trovare una risposta degna è l’ultimo sforzo che m’impongo per non dimenticare che sono io la stella luminosa, mentre tu resterai in eterno un mediocre buco nero.

Sopravviverti, nella tua incivile violenza, sarà la mia immensa prepotenza. Il siluro feroce di coraggio, sparato da una donna che ha commesso un unico peccato mortale: amarti oltre misura.

Chi è come me, merita il perdono.
Ma chi è come te, merita l’inferno della detenzione a vita.

Stefania Diedolo

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