I miei cieli riempiti di vuoto come turbini si avvolgono
a lacerare ciò che rimane di noi.
Sta un volo radente di rondini
ad annunciare i temporali,
un battere convulso delle ciglia
che trattengono incapaci la pioggia
a dilavare le sponde dei miei occhi.
Le mie profondità arse si dissetano
e l’anima mia come vomere assuefatto alla terra
solleva gli occhi al cielo.
Per un attimo si crede struttura alare
capace di volare.
Rondine di ferro.
Nonostante si abbia provato a farmi affondare.
(Fabiana Petozzi)
Questo blog raccoglie le poesie delle utenti del gruppo facebook "Letteratura al Femminile".
giovedì 23 aprile 2015
INDIFFERENZA di Viola Aleramo.
La strada è di quelle che sembrano non finire mai e che percorrono quasi tutto il paese
L'ora: il primo pomeriggio
La mia meta: un supermercato dove vendono delle bellissime mele,
distante da casa mia circa 4km e che io decido di fare a piedi perchè mi piace camminare
e perche quando cammino i miei pensieri cambiano rispetto a quando sto ferma
seduta davanti al pc
o sdraiata sul letto col viso rivolto al soffitto alla finestra o
sulla pagina di un libro.
Cambiano in relazione a ciò che vedo o che sento ed alle scene che osservo ,
pur non potendomici soffermare perchè in cammino.
Particolari dunque, frammenti su cui l'immaginazione può poi liberamente
" lavorare"
E visi
Visi particolari; fra questi il tuo.
In realtà ad essere particolare è tutta la tua figura e soprattutto il tuo portamento.
Cammini lento e dinoccolato
compiendo un passo e poi fermandoti quasi a considerare se sia opportuno effettuarne un altro
oppure desistere
e lasciarti definitivamente cadere.
Ti sorpasso ed attraverso la strada per poterti osservare meglio.
Quanti anni potresti avere?
Non riesco a dedurlo.
I tuoi capelli sono ancora tutti neri
e nessuna ruga segna il tuo volto solo una stanchezza che a guardarla è quasi contagiosa
Di cosa sei stanco? Mi domando
Di camminare?
Di trovare tutta questa difficolta a fare qualcosa che per la maggior parte delle persone è invece cosi semplice?
O sei stanco di ricordare qualcosa di doloroso ?
ti osservo e contemporaneamente lotto contro il mio desiderio di avvicinarmi e chiederti : Hai bisogno di qualcosa?
Perche non lo faccio?
Di cosa ho paura?
Non saprei dirlo con esattezza.
Forse di non essere all'altezza di esaudire una tua eventuale richiesta
o di ritrovarmi coinvolta in una situazione che poi non sono in grado di gestire.
In una parola di essere " invasa" da te:
dai tuoi bisogni, dalla tua storia
dal tuo dolore.
Mi sono accorta da subito che non indossi le scarpe ma solo tre o quattro paia di calze grosse e piene di buchi e strappi.
E' questo che rende cosi faticoso il tuo camminare?
O la busta troppo grande che tieni nella mano sinistra?
Cosa ci tieni dentro?
E Cosa stringi con tanta infantile tenacia nell'altra mano?
Sembrano fogli :vecchi sporchi e tutti stropicciati.
Forse lettere?
Lettere della tua donna ?
O di un amico lontano,
rimasto nella terra che tu hai lasciato tanto tempo fa,
quando,
pieno di sogni e speranze,
partisti,
fermo nel proposito di poter riscattare dalla miseria,
la tua famiglia appena nata?
Avresti immaginato allora che l'indifferenza sarebbe stata la tua sorte?
E Che un giorno nessuno avrebbe fatto piu caso a te?
Che nessuno si sarebbe accorto che avevi freddo o fame ?
Che nessuno si sarebbe preoccupato di darti una carezza
od un sorriso?
E che una sconosciuta ,un freddo pomeriggio d'inverno,
ferma dall'altro lato della strada
ti avrebbe osservato a lungo
riflettendo fra se sull'opportunita di avvicinarsi a te per offrirti il suo aiuto.
riunciandoci infine,
e voltando lo sguardo dall'altra parte
per proseguire sulla sua strada?
Viola
"Virginia Woolf" di Adele Cavalli.
Ritorno a Monk's House e mi fermo nel salotto dipinto di verde di Virginia Woolf.
Non c'è nessuno, lei è appena uscita con il cane per una passeggiata, lo fa tutti giorni, è un' abitudine a cui mai rinuncerebbe.
Lì fuori c'è il silenzio che ama, c'è il verde intorno colorato dai fiori “con tutti gli alberi così saldi e dritti... e l'aria è piena di incresapature...
E' dolce e aromatica e i cespugli di verbena e di artemisia cedono a chi passa una foglia da spezzare e da odorare...”
Il fiume, giù in fondo, scorre tranquillo con solo un leggero sciacquio che accompagna i pensieri.
Mi siedo in questa stanza che è piena di lei e la immagino: ”seduta accanto al fuoco in una sera autunnale che allunga le mani lunghe, sottili, bellissime, verso la fiamma per riscaldarle. Lei aveva sempre “ bisogno di calore... donava molto calore, ma lo voleva in cambio...”
Poi la vedo alzarsi e andare verso la porta d'ingresso e lì come tutte le volte quando sta in piedi contro la porta “fa una specie di esse curva con il suo corpo snello.”
La sua è “una eleganza istintiva, una naturale compostezza ed i suoi movimenti lentissimi e teneri...” ed ora che è ferma “fa quel suo gesto particolare: sposta dalla fronte un ricciolo isolato di capelli - ha i capelli molto lunghi- con la mano rivolta in dentro”.
E poi inizia a parlare con quella sua voce: “ una voce come un vecchio velluto rosso di una profondità straordinaria...”
Virginia è sempre uguale.
Non cambia mai i suoi modi, con gli adulti e con i bambini.
Parla ai bambini “ come se fossero adulti, suoi coetanei...
I modi gentili e lo spirito, l'umorismo, la vivacità e l'immensa curiosità”.
Per lei, “ al mondo niente era noioso... e ride sempre tantissimo.”
La sua è sempre stata “una casa allegra...”
Ed io lo sento ed ora riapro gli occhi, guardo di nuovo intormo a me, riassetto il centro-tavola con cui ho giocato con le dita, avvicino la sedia, spengo la lampada e me ne vado, potrebbe tornare da lì a poco, è l'ora del tè con Leonard.
Per il mio scritto mi sono riferita a: 'Diari di Virginia Woolf' ed a'Virginia Woolf tra i suoi contemporanei' Editrice Alinea , un ricordo di lei, fatto da Nigel Nicolson, figlio di Vita Sackville West.
dalla pagina facebook di Scrittrici in giardino
"Ti guardo da quassù" di Elena Rose.
STRALCIO
Ginny si chiuse in un silenzio imbarazzato e snervante, non riusciva a capire da dove iniziare. Prese un respiro profondo e strinse i pugni fino a far conficcare le unghie sui palmi delle mani. “Ian ti chiedo scusa.”, disse di getto, come per paura che quelle parole potessero scappare. “Vieni qui.”, disse lui. Le prese il viso tra le mani e la baciò con così tanta irruenza da farle quasi male. L’abbracciò stretta, avvolgendo le sue braccia attorno alla vita stretta e sottile di Ginny. “Non ti azzardare a cacciarmi ancora. Non lo fare mai più.”, disse lui tra un respiro e l’altro. Non si poteva sapere chi dei due necessitasse di più di quel tocco e di quel bacio. Sembravano entrambi in cerca di ossigeno che solo l’altro poteva dare. “Non lo farò più, promesso.”, rispose lei poggiando la testa sul suo petto caldo e rassicurante. Ian le porse la busta con l’invito alla serata di gala e scrutava la sua espressione per capire cosa provasse in quel momento. “Cos’è?”. “Un invito. Per la festa annuale della mia società. Vieni con me?”, chiese Ian. Sembrava più una supplica che una domanda. In quel momento Ginny avrebbe voluto piangere dalla gioia, il suo cuore pompava così veloce che il corpo le si riempiva di calore. Per tutto il giorno aveva pensato che Ian non avrebbe più voluto vederla. Lui aveva fatto tanto per conquistarla e lei lo aveva respinto. Ancora. Si immaginava di dover chiamarlo giorno e notte per riuscire a farsi perdonare ed era pronta ad affrontare tutto per lui. Forse anche quello che fino a quel momento non aveva mai preso in considerazione. Lui l’aveva perdonata. Di nuovo. Aveva riaperto le braccia per farla tornare a respirare senza che lei se lo meritasse. Era riuscito a vedere oltre quella rabbia e quell’orgoglio che riempiva la testa di Ginny. “Non mi merito tutto questo.”, disse con la voce rotta dall’emozione. “Senti... non mi è piaciuto quello che mi hai detto ieri sera. Non lo nego. Ma voglio pensare che non ci sia niente di irrimediabile e voglio farti capire che non sei sola come pensi.”, Ian prese fiato. “Non starò qui a guardare mentre ti distruggi con le tue stesse mani. Prima o poi dovrai uscire da questo tunnel, con le buone o con le cattive. E voglio che tu capisca che alla fine di quel tunnel ci sono io, pronto a prenderti se cadi.”, concluse. Aveva la voce roca, come se non riuscisse nemmeno lui a contenere l’emozione. “Ci proverò, te lo prometto. Solo, ti prego, dammi tempo.”, disse lei guardandolo. Una lacrima arrivò a lato delle labbra di Ginny e Ian l’asciugò con il pollice. “Tutto il tempo che vuoi, basta che mi lasci stare al tuo fianco”.
Elena Rose
Elena Rose
mercoledì 22 aprile 2015
"Colpa delle stelle" recensione di Chiara Minutillo.
"Gus ha indicato con un cenno in basso, dove le ombre dei rami si intersecavano e si dividevano sul cemento.
«Una così bella metafora» ha mormorato. «L’immagine in negativo delle cose che si uniscono e poi si separano.»"
«Una così bella metafora» ha mormorato. «L’immagine in negativo delle cose che si uniscono e poi si separano.»"
Hazel ha sedici anni. É sopravissuta ad un tumore alla tiroide, ma porta ancora i segni della malattia, mentre i suoi polmoni si affannano per mantenerla in vita, per non far cessare in lei il respiro, l'alito della vita che le permette di esistere. La sua vita é un'incognita. Ogni giorno potrebbe essere l'Ultimo Giorno Buono.
Augustus ha diciasette anni. É sopravvissuto ad un'osteosarcoma. Ha perso una gamba, ma ora é tornato ad essere sano, forte, a prendere la vita con ironia e con intelligenza.
Due strade destinate ad incrociarsi e poi a separarsi.
Quando l'amore nasce nel bel mezzo dell'imperfezione, e di essa si alimenta; quando l'amore é in grado di procedere oltre le apparenze, per toccare da vicino ció che é vero; quando l'amore sa alzare il suo vessillo, combattere senza mai arrendersi; quando l'amore scava nel tuo cuore, alla ricerca del difetto che ti rende reale, alla ricerca del sacrificio che ti rende apprezzabile; quando l'amore muore, ma non finisce di esistere; quando Augustus si innamoró di Hazel e Hazel di Augustus.
"Colpa delle stelle" narra una storia di malattia, sofferenza, coraggio e soprattutto amore. Una storia scritta semplicemente per descrivere una realtá atroce e difficilmente accettabile. Un romanzo in grado di commuovere, di smuovere sentimenti profondi, di far riflettere sulla vita e sul suo procedere in modi strani, a volte inspiegabili, con una logica tutta loro che spesso non comprendiamo, come se tutto fosse giá scritto, come se tutto avesse il potere di cambiare, a suo piacimento, in bene o in male, quando meno te lo aspetti.
"La vita é un brivido che vola via, é tutto un equilibrio sopra la follia." (Vasco Rossi)
Chiara Minutillo
"POESIA" di Gerardina Rainone
Poesia
parole, parole , poesia,
il mondo lentamente scivola via,
su ricami di nuove emozioni
intessute di dense volute,
intreccio di rime godute,
di gemiti sordi
che spingono i sensi
oltre il quotidiano essere.
A te l'afflato ,a te la vita
a te i sogni e l'infinito.
Gerardina Rainone
"HO LETTO NEI TUOI OCCHI" di Edmond Dantes
Ho letto nei tuoi occhi
l agonia spaventata
che accarezzava inconscia
la tua parte nascosta.
Un duello senza colpi.
Un' attesa senza meta.
Una luce senza sole.
Eppure gridavi.
In un silenzio rumoroso.
È stata solo la tua paura a riconoscerti.
In un beffarto abbraccio
che può solo svanire.
EDMOND DANTES
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