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sabato 31 ottobre 2015

"FRANGONO SULLE RIVE DI UN VISO BAGNATO" di Roberta Manzin



Frangono 
sulle rive di un viso bagnato
frantumate lacrime.
Il sangue incolore 
del cadavere dell'amore 
ha smesso di colare.
È' scaduto il tempo di sognare.
Ogni giorno Lei ticchettava sul telefono. Come a chiedere che qualcuno telefonasse. Avvolta in un plaid rosso corvino, sbobinava la sua anonima vita. Di tanto in tanto si inceppava nella bellezza. Di un sorriso. Di uno sguardo. Di una carezza. Più spesso le immagini passavano senza sostare. Le stagioni dell'anima intanto scorrevano come i momenti mai restituiti del suo ardire. Qualcuno la chiamava di lontano. Ma non vedeva nessuno. Non sentiva nessuno. Non era più...nessuno. 

(La malinconica tela della vita spesso cattura anche vittime vitali. Fa parte dell'inganno. Fa parte della vita. Si tratta solo di aspettare. Che l'onda passi. Lavando le emozioni rimaste prive di ossigeno... E rinnovare il sognare)

Roberta Manzin

venerdì 30 ottobre 2015

"VOGLIO FARE OMAGGIO ALLA SARDEGNA..." di Lina Mazzotti



Voglio fare omaggio alla Sardegna, una terra che non ho mai visto ma che amo tanto attraverso l'affetto e l'amicizia sincera di amiche che ho fino dalla mia infanzia.
Ho trovato nel web questa leggenda sulla creazione dell'isola e la trovo bella, anche per il fatto che sottolinea la bonta del popolo sardo.

Al tempo dei tempi, dopo aver dato vita alle varie parti del mondo, il Signore si accinse a creare un'ultima terra: la Sardegna.
Guardò nella sua grande sporta celeste, ma si accorse che a sua disposizione era rimasto solo un cumulo di grossi sassi. Ben poco per formare un'isola!
- Che posso fare con quest'arida materia? - si chiese il Signore perplesso.
Ma fu l'incertezza di un attimo. Tosto, radunate le pietre, Egli le sparse nel mare, e quando vide emergere le ultime le calcò col suo piede, calzato di un sandalo di fuoco. Si delineò così tra le acque la prima forma di Iknùsa, modellata in eterno dall'impronta divina.
L'opera di Dio, però, non era terminata: occorreva ancora qualcosa perchè potesse germogliare la vita tra quegli aridi massi.
Si rivolse allora alle altre terre già adorne di ogni meraviglia e, tolto qua e là da esse quanto mancava ad Iknùsa, lo sparse sulla base pietrosa dell'isola.
Così, Iknùsa si ammantò di aspetti talmente vari da non assomigliare a nessun'altra terra e, nello stesso tempo, da assomigliare a ciascuna di esse: rocciose barriere di monti arsi e dirupati, simili ad uno squallido paesaggio lunare, morbide ondulazioni di colli coronati di vigne e di agrumeti; vaste pianure fitte di impenetrabili foreste; luminose baie ospitali e ridenti; selvagge coste sferzate dall'assalto dei marosi; solitari altipiani e dolci conche ondeggianti di messi; ariosi pascoli e fresche oasi di palme...
Mancavano, ancora, le creature che la popolassero: animali ed uomini. Con un soffio Iddio li creò e già stava per riprendere il viaggio verso il cielo, quando lo trattenne un pensiero.
- Questa terra - Egli si disse - è troppo sola nello sconfinato silenzio delle acque. Come si comporteranno gli uomini?
Si tramutò, allora, in un vecchio mandriano e, sceso sull'isola, si avvicinò ad un gruppo di pastori, che stavano mungendo le capre sulla soglia di una capanna.
Appena lo videro, pur senza riconoscerlo, lo fecero entrare nella capanna e spartirono con lui il loro pane ed il loro formaggio, offrendogli così caldissima ospitalità.
- Tieni - gli dissero, - su ogni boccone spartito sta seduto un angelo!
Il Signore fu, naturalmente, assai commosso dalla semplice bontà di quegli uomini. Rimase a vegliare con loro e, per tutta la notte, raccontò fiabe e storie bellissime.
Quando, infine, spuntò l'alba, Egli si accomiatò. Avviandosi, però, verso il cielo sapeva di aver lasciato loro un dono meraviglioso: quelle fiabe.
Tramandate di padre in figlio, infatti, esse sarebbero state di conforto, nella solitudine, per gli abitanti dell'isola.

LINA MAZZOTTI

"ROSSO" di Renata Boselli



ROSSO

Volgare
Vitale
avanzi
sfacciato
al suono di tamburo del sangue
raccolto nei petali della rosa
Hai il coraggio del tango
nel vortice del desiderio
La tua assenza
è pericolosa oscillazione
tra la tentazione di un demone
e il calore dell'amore
misterioso
cuore del fuoco

-- Renata Boselli

"E SE FOSSE UN GIORNO SPECIALE?" di Roberta Manzin



E se fosse un giorno speciale?
Giorni fa mi sono ritrovata a sfogliare un armadio di ricordi.
Non dico solo foto. Ma appunti. Stoffe. Cappelli -e diversi, di forma e colore-. Biglietti da visita. Di persone dalle svariate attività. Di posti multietnici. Giocattoli. Monotematici: le pistole. Ma soprattutto odori. 
Riportare in vita gli odori. Rappresenta uno spaccato di vita che non si spreca. Tutt'altro. Colora. Riempie. Da una forma unica alla sostanza di un pensiero. Di un'immagine. 
Odori pregnanti. Di attimi di passaggio. Alcuni di essi portano ancora le impronte. I figli che crescono, e rendono elastica la vita stessa. I malesseri più significativi. L'amore, nei suoi slanci. Le ferite lasciate incurate.
Odori dolci. Di colazioni rinnovabili. In compagnia di discorsi inauguranti la vita.
Odori più acri. Simili agli sguardi graffiati dal peso delle difficoltà. O della paura. Odori insopportabili come la morte. Le lacrime non sanno odore ma solcano così vicino all'olfatto nel loro cammino che assumono una loro profumazione. Spesso, di incenso.
E poi...quell'odore. 
L'odore solitario di un profumo lasciato incustodito tra gli appunti e un paio di foto. Come il genio di una lampada, si fa carne. E ti sento. Nonostante tutto il tempo trascorso. Inconfondibile ritratto di un sorriso che pensavo perduto. Di una partita non giocata ma protetta. Forse sprecata. Nel buio del noto. E che non importa se poi, il tempo che passa, ha distratto il cuore. Quell'odore di legno fresco è' rimasto nell'aria del ricordo. E sapendolo, non mi sento da sola. 


Ecco perché credo che un giorno come questo sia speciale. Mi riporta alla parte di te che sto portando in me. 

RM

"EFFIMERO E' IL CORPO" di Roberta Manzin



Effimero e' il corpo.
Se attende l'ignoto.
Ingordo com'è
nel tatto dell'anima.
L'amare si nutre di sostanza.

Roberta Manzin

giovedì 29 ottobre 2015

"GIARDINO D'AUTUNNO" di Santina Gullotto



GIARDINO D’AUTUNNO

Il giallo col verde si confonde
come sinfonica melodia...
Si sfumano i colori verdi e gialli
col nero della terra Etnea...
Il rosso dei pampini del vigneto
accompagna l’ultimo verde
delle foglie appassite...
I grappoli hanno lasciato i tralci
che si raddrizzano dal peso alleggeriti...
Nei filari si spengono le voci
come i canti festosi che
nella vendemmia del passato
facevano di quei giorni, giorni di festa...
Li nel giardino d’autunno
le ultime rose son sbocciate
i petali dai bordi ingialliti
ispirano un pittore triste e solo
che col suo cavalletto e coi pennelli
cerca di cogliere per la sua tela
del giardino d’autunno i suoi colori.... @Santina Gullotto

"AMORE CONTORTO" di Luisa Simone



AMORE CONTORTO

Ti amo..
Di un amore...
Contorto..


Intorno..
A me..

Stretta...
Ti avvolgo.

Tu sei goccia..
Che diventa
Mare.

Tu sei..
L'aria
.........
Che mi fa'
Respirare

Amore Contorto
Il mio
.......
Senza speranza

Con te muio
E rinasco
Ogni volta..
........
In questa ..
Strana...
Stanza.
.........
Tra le tue..
Braccia..
Sorretto..
Da questa
passione
Insensata.

Che mi
Annulla
Sempre..
Ogni
Piccola..
Resistenza.


Tu sei..
Oro..
Tu sei..
Cielo....

Tu sei..
Il mio...
Sole..

Tu sei pioggia..

Tu sei vento...

Tu sei..
...........
Il mio...
Contorto...
Amore.. .
.................

(Luisa Simone)