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mercoledì 9 settembre 2015

"Vite di Madri" di Emma Fenu. Recensione di Gianna di Carlo

Vorrei farti i miei complimenti, Emma, sia per la tua superba capacita narrativa, già apprezzata da tempo, che per le emozioni che la tua opera ha saputo regalarmi. Un libro, "Vite di madri", che emana amore da ogni pagina, un libro che va trattato con cura, che va assaporato lentamente, gustato fino all'ultima goccia come una buona e fumante tazza di the (per usare una tua stupenda immagine). Hai saputo trattare, con dolcezza, un tema talmente delicato quale quello della maternità.
Maternità sofferta, lacerata, negata, sconfitta
Hai saputo raccontarti e raccontare storie di altre donne. ..tutte diverse e variegate; accomunate, tuttavia, da un medesimo dolore. Ho gioito con te, ho sofferto con te, mi sono ritrovata in un dolore lacerante e già vissuto, ti ho sentito vicina. Ho letto alcune pagine con gli occhi gonfi di lacrime. Ma non erano lacrime di dolore, Emma, erano lacrime che fecondano l'anima ed il cuore. In alcuni tratti ho provato lacerazione, tristezza, tormento ma le ferite che alcune volte la vita ci riserva vanno messe nel conto e pagate con sacrificio, forza e volontà. Perché la vita è questa, Emma: una lunga primavera con i suoi giorni di sole ed i suoi giorni di pioggia...ma pur sempre una lunga Primavera. Gianna di Carlo

"SIGNOR PARKINSON" di Nina Monica Scalabrin

SINOSSI

SIGNOR PARKINSON

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto la storia terribile della mia giovane mamma siete tantissimi grazie del vostro affetto vi amo!

Ti ho scritto alcune lettere mamma sopra una delicata carta azzurrata ,l’ho fatto perché le parole si perdono nel vento uno scritto invece è eterno. 
Non possiedo più molto oltre al mio amore così ho deciso di scriverti un infinità di lettere perché tu possa portarle con te ovunque tu vada quando l’intenso messaggio dei miei occhi chiari ti diventerà sconosciuto e non ci troveremo più, divise per sempre dal buio della tua mente.
Mamma angelo mio ti racconto tutto questo per farti compagnia e perché tu non ti senta troppo sola nella tua dimensione lontana dove sei volata via. Guardo le tue ciglia, la tua pelle pallida e mi rendo conto che in realtà sembri appena mutata, l’oltraggio della malattia non ha alterato i tuoi lineamenti sembri solamente addormentata. Se chiudo gli occhi e ascolto il tuo lieve respiro appoggiando la mia testa vicino al tuo cuore mi viene spontaneo aspettarmi che da un momento all’altro tu possa svegliarti, alzarti da questo letto e sorridermi. Magari mi chiederesti subito dell’acqua, ti accerteresti che tutto questo non sia stato altro che un orribile sogno. Io ti stringerei forte le mani e poi ti bacerei le guance talmente forte che lo schiocco di quel bacio farebbe in un secondo tutto il giro del mondo. Te lo racconterei in versi, inventando una folle filastrocca, come una poetessa pazza e so che rideresti da non poterne più …….
Ti prego mamma ritorna da me!! …..
Ti prego fammelo questo regalo, fallo per me, fallo per papà, ma sopratutto fallo per te! Dio quanto ti amo. Come farò ad abituarmi a vivere senza di te? Tu sei la mia musica, la mia poesia senza di te niente può esistere, niente può trasformarsi. 
Perché mi fai questo? 
È la vita dirai! …
So che hai ragione ma non esiste niente al mondo di più bello della vita. Ti amerò di più se è quello che desideri, dubito di esserne capace ma ci proverò. So che ti chiedo tanto, guarire da questa malattia è un impresa da titani, ma la mente è in grado di fare cose straordinarie sopratutto spinte dalla forza dell’amore. Lascia che ti aiuti, ti offrirò tutta la riserva completa del mio vigore, tutta la salute e la forza dei miei reconditi geni, invocherò le forze più formidabili della natura perché corrano in tuo aiuto.
Lotta mamma!
Fuori c’è un mondo meraviglioso che ti attende, non permettere che l’aria gelida della notte si impadronisca di te se riuscirà a vincerti mamma nessuno ti riporterà indietro non ci sarà più nessuna possibilità di riscatto. http://www.amazon.it/Signor-Parkins…/…/ref=pd_rhf_dp_p_img_6

NINA MONICA SCALABRIN


"LETTERA A UN GIOVANE POETA" di Rainer Maria Rilke



Ed eccomi subito a pregarla: legga il meno possibile testi di critica estetica; sono o congetture faziose, fossilizzate e oramai prive di senso nel loro rigore senza vita, oppure abili giochi di parole, in cui oggi prevale una opinione e domani quella opposta. Le opere d’arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungerle meno della critica. Solo l’amore le può afferrare e tenere e può essere giusto verso di loro. Dia ogni volta ragione a se stesso e al suo sentimento, contro ognuno di quei dibattiti, commenti o introduzioni; e se pure dovesse avere torto, la naturale crescita della sua vita interiore la guiderà a poco a poco e col tempo verso altre intuizioni. Lasci ai suoi giudizi il loro quieto e indisturbato sviluppo, che, come ogni progresso, deve venire dal profondo, e non può essere in alcun modo incalzato o affrettato. Tutto è condurre a termine e poi partorire. Lasciare che ogni impressione e ogni germe di un sentimento si compia tutto dentro, nell’ombra, nell’indicibile e inconscio e inattingibile alla propria ragione, e con profonda umiltà e pazienza attendere l’ora della nascita di una nuova chiarezza: questo solo significa vivere d’artista: nel comprendere come nel creare
- Rainer Maria Rilke, Lettera a un giovane poeta

"LEI AVEVA PAURA..." di Karen Lojelo

"Lei aveva paura, aveva imparato che ci si può fare molto male quando si decide di lasciarsi andare, aveva provato a costruire dei muri altissimi e aveva imparato a nascondersi dietro mille scuse, ma se c’era una cosa di cui era stata sempre sicura, era di non volere rimpianti.
Tutto, ma i rimpianti mai.
Uccidono più delle pistole.
Si muore e nemmeno ci si accorge di essere morti."
(Karen Lojelo)

"Vite di Madri" di Emma Fenu, recensione di Marina Litrico


Ed ecco il commento, che inizia con qualcosa da catalogatore. 
Ho finalmente in mano il libro di Emma Fenu e già solo guardandolo scopro qualcosa di lei, poco, perché lei è segreta e schiva forse proprio quando più parla: è così che depista. Il volume è di piccolo formato e non molto spesso, centosessanta pagine, più due che non si contano, in tutto ed il colore è bigio, un bigio medio scuro. Ho scoperto che il mio esemplare ha una copertina diversa da quella che avevo visto, col titolo in rosso. Questa ha le scritte tutte in bianco e l'immagine è incorniciata tra bianche righine, quasi fosse uno specchio, da lì mi guarda seria una faccetta lunare che stringe al petto sei piccole replicanti materne e mamma e figlie, in abiti turchini, sembrano bambine e bambole di porcellana, come questa fragili e delicate. 
Volto il libro ed Emma mi sorride. Leggo: Dodici storie e penso "Dodici vite". So che quando aprirò e inizierò a leggere non potrò smettere se non alla fine e che qualcosa cambierà. 
Sì, perché questo è un testo che non consente di restare uguali a quel che si era prima di rimanere intrappolati nella sua magia, che poi è quella più antica del mondo: quella magia, quel mistero che si chiama "Donna". L'essere bimbe è un attimo nell'esistenza, poi, quando il flusso rosso arriva, siam subito donne e la bimba si rincantuccia, si nasconde in un angolo dell'anima e a volte, forse troppe volte, piange. Sarà il senso d'onnipotenza del bambino che ci rende alla bisogna capaci di diventare più grandi di noi stesse, di farci da minuscole, immense? 
Eppure tante volte la vita ci mette a dura, durissima prova: malattie, abusi, soprusi, dinieghi, tagli d'ali, servitù varie imposte e subite da secoli e ancora non è finita e talvolta per nostra stessa colpa. Le dodici storie le snocciolo una dopo l'altra con cura, non ce n'è una che non mi dia un dolore, che non susciti echi, che non faccia risuonare una corda remota. La dolorosa conoscenza appartiene alle donne, è retaggio comune, ancestrale, forse risale alla mela, il frutto proibito che Eva raccolse e porse ad Adamo, commettendo peccato. Ecco, "Talvolta è opportuno, dolcemente, assolversi" insieme all'altra metà della mela, che in questo libro di madri non è assente, anzi ha ruoli decisamente attivi anche quando in qualche storia non c'è. Un buon libro buono, Emma, un libro che ancora una volta afferma, per dirla con Ruggeri, che "... Siamo così, dolcemente complicate" e complici, aggiungo. Ho finito. Ego valeo si valeas.
Marina Litrico

martedì 8 settembre 2015

"INCERTO MARE" di Santina Gullotto



INCERTO MARE

Vagar per l’incerto mare
tra crespate onde
che imbiancano spumeggiando
l’azzurro scuro e profondo...

Vagar nell’incertezza è prediletto
anziché fidarsi delle certe
spiagge assolate e gialle
bruciate dal sole ardente
finché dietro una nube si nasconde..

E scegli quell’incerto mare
che nel suo azzurro si perde all’orizzonte..
Lasci la presa dell’amato scoglio...
Sciogli la fune e liberi la zattera
che ondeggia incerta tra un’onda e un’altra..

Nel solingo vagabondare
non c’è incertezza che s’intraponga
alla poca accortezza
finché sfinita e stanca
all’incerto mare affida ogni tristezza...
@Santina Gullotto

"INCEDERE ELEGANZA" di Santina Gullotto

INCEDERE ELEGANZA

Nell’incedere eleganza del tempo 
che passa su prati verdi vellutati 
ornati da piccoli fiori variopinti
in una primavera protesa a svanire
tra calde giornate di un’estate...
Con incedere eleganza i campi dorati di spighe
piegano il capo al vento caldo
tra papaveri rosso fuoco che si dispiegano 
sui bordi di stradine di campagna...
Nell’incedere eleganza i passi del tempo
attraversano tappeti di foglie ingiallite e rossastre 
che scricchiolando lievemente 
rompono il silenzio in un autunno
generoso di grappoli d’uva pronti per il mosto
espandendo un profumo per le strade campestri 
dalle vecchie cantine a nuovo ormai rimesse...
Nell’incedere eleganza di passi che si perdono
lasciando orme nel candore di una coltre 
di candida neve luccicante ...
in un inverno che porta con se 
il profumo dell’olio fresco di frantoio...
nell’aria opaca di nebbiolina fredda 
un fumo fragrante si alza dal braciere delle caldarroste...
Con incedere eleganza passano le stagioni e gli anni ...
lasciando segni indelebili negli animi 
segnati da un passato poco generoso....
Animi umili che hanno così potuto 
carpire il vero senso della vita... @Santina Gullotto