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lunedì 2 novembre 2015

"SE FOSSI UN ALBERO...." di Rita Fabiani



Se fossi un albero,vorrei avere radici che affondino salde nella terra,tronco possente che non si pieghi al vento e rami verso il cielo ad accogliere pioggia e sole e voli di uccelli e cinguettii di nidi,vorrei frutti e ombra da donare,ma....sono albero,le mie radici affondano salde nella terra dei padri,resa fertile dalle loro braccia instancabili e dal loro sangue versato perché fossi libera. Traggo nutrimento dalla bellezza delle sue catene montuose,delle sue coste,del suo mare,dei suoi dolci laghi,dalla bellezza,frutto di una umanità profonda e geniale ,della sua poesia,della sua arte,della sua letteratura,che mi sono di vanto e di orgoglio e di fierezza. Prendo vigore dalle mie antenate,figlie della stessa terra che hanno vivificato,silenziose e umili dispensatrici di amore di figlie e madri e mogli. Avevano grembi fertili per dare alla luce figli nei campi,sangue nella terra e per la terra,cordone mai reciso. Hanno gridato in silenzio il loro dolore ma le loro braccia erano ricolme e i loro occhi obbedienti ma fieri. Hanno guardato a lungo verso il mare aspettando il ritorno dei loro uomini usciti per la pesca,i loro volti bruciati dal sole,la piega amara della paura,ma ferme,pronte al destino. Lo stesso sguardo,lo stesso dolore silenzioso delle donne che davano addio ai loro uomini che partivano in cerca di fortuna con la valigia vuota,vedove bianche e figlie e madri. Lo stesso sguardo,lo stesso muto dolore delle donne che davano addio ai loro uomini che partivano per la guerra. Vedove e figlie e madri. Traggo alimento da quelle donne che hanno abbandonato la terra per andare in fabbrica,nel cuore la speranza di un avvenire migliore ,i sogni,subito traditi,e il sangue della maternità negata e strappata,troppo duro il lavoro,che non avrebbe più vivificato la terra. Traggo forza dai miti e dalle favole antiche che hanno cullato il mio sonno,raccontate dalla voce cantilenante della nonna;dalla storia vissuta e combattuta per i valori che hanno redento l'uomo ,l'hanno elevato,reso libero,riscattato dalla povertà,dall'asservimento. Quelle donne e quegli uomini mi hanno nutrito con i loro credo,consacrati dal loro sacrificio,dal loro olocausto. Sono per lo più senza volto ,senza nome ma hanno inciso profondamente il mio tronco. Assorbo dalla loro terra, dalla mia terra la linfa vitale che rinvigorisce i miei rami,nutre i miei nidi;spargo le mie foglie perché la concimino di nuovo questa terra,generosamente. Chi potrà abbattere il mio tronco? Chi potrà tagliare i miei rami? Chi potrà sradicare le mie radici? Non la prepotenza nefasta di uomini inetti che pensano di governare senza giustizia,non la corruzione e la viltà di uomini senza onore,non la violenza di chi pensa che la forza risieda solo nelle armi e pensa,così,di annullare secoli di cammino verso la civiltà. Le mie radici affondano salde nella terra dei padri,possente il mio tronco,carichi di frutti i rami verso il cielo.

RITA FABIANI

"NOVEMBRE" di Lily Carpenetti



Novembre,
il mese della nostalgia.
Mediti su te stesso,
su quello che hai costruito
e con chi lo hai fatto.
Ricordi chi ha lasciato il campo,
chi è rimasto indietro
perché ha scelto di non proseguire
al tuo fianco
Cala la sera
sulla mia casa
e sui ricordi
di ciò che era.

LILY CARPENETTI

"DISEGNO' LE SUE GOTE CON DITA IMPREGNATE DI ALITO.." di Geka Siguiente



"Disegnò le sue gote con dita impregnate di alito,
su una superficie impermeabile e rigida.
Rimase con occhi fissi e asciutti
ad osservare il traffico sistemico
della sua barba irregolare.
Si perse in quel frastuono di fari e incroci
congiunti a costruire quel volto.
Recrimino il disincanto delle tue parole riflesse
così prive di croma e carisma.
Su una strada serrata
comodo quanto apatico
stazionarsi sul retrovisore,
variando solo l'angolatura della propria scempiaggine.
Non è guardare se stessi,
cosa può mancare in uno specchio?
Il calore.
Il mio lo sento?"

Geka. S.
Aprile 2012

"ALLA FINE DI UN VIAGGIO" di Salvo Colucci



Alla fine di un viaggio di cuore ti senti sempre come al confine della tua vita.
Lascia che sia il bordo a camminare 
sulla tua ombra e che il finale della tua storia sia solo un titolo che scorre 
sul telo bianco di un anima sbagliata.
Crea la tua siepe, e nel tuo giardino coltiva quei nuovi colori necessari per toccare ancora la luna nelle notti più scure.
E adesso che guardo la meraviglia della tua presenza assaggio queste luci al tramonto ed aspetto in segreto il tuo cuore.

Salvo@

domenica 1 novembre 2015

"FINO A QUANDO CI SARANNO LE STELLE....." di Raffaella Lentini



Fino a quando ci saranno le stelle, gli alberi, gli uccelli, l'amore e le poesie sarà un viaggio lungo ma felice "fino all'ultima fermata".
Illuminatemi dall'alto generose stelle
ed io continuerò a sognare.
Proteggetemi dalle insidie croci di rubini
e alberi irti e folti di rami e foglie
che eternamente rifiorite
ed io continuerò a sperare.
Consolatemi instancabili usignoli
con dolci canti e voli arditi
ed io continuerò a lottare.
Accoglietemi braccia forti e amorevoli,
vigorose di uomini, tenere di madri,
quando non avrò nessuno
ed io continuerò fiduciosa.
Inteneritemi poeti di ogni tempo
con l'astuzia delle parole, le rime perfette e i versi dedicati
ed io continuerò ad amare
e sarò una felice passeggera in questo viaggio,
fino all'ultima fermata.

RAFFAELLA LENTINI

"IO MI SONO SENTITA FERITA QUANDO HO PERDUTO GLI UOMINI DEI QUALI MI SONO INNAMORATA" di Paulo Coelho



Io mi sono sentita ferita quando ho perduto gli uomini dei quali mi ero innamorata.
Oggi sono convinta che non si perde nessuno visto che non si possiede nessuno.
Questa è l’autentica esperienza della libertà; avere la cosa più importante del mondo senza possederla.

Paulo Coelho

"THE ROAD NOT TAKEN" di Robert Frost



The Road not taken di Robert Frost:

Two roads diverged in a yellow wood,
And sorry I could not travel both
And be one traveler, long I stood
And looked down one as far as I could
To where it bent in the undergrowth;
Then took the other, as just as fair
And having perhaps the better claim,
Because it was grassy and wanted wear;
Though as for that, the passing there
Had worn them really about the same,
And both that morning equally lay
In leaves no step had trodden black
Oh, I kept the first for another day!
Yet knowing how way leads on to way,
I doubted if I should ever come back.
I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
two roads diverged in a wood, and I —
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference

Due strade divergevano in un giallo bosco
e dispiaciuto di non poterle percorrerle entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l’altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l’aspetto migliore
perché era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito
oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un’altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io –
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.

Io sto cercando di percorrere a strada meno battuta, ma che fatica certe volte, che ne pensate?

ROBERT FROST