RACCONTO
..Qualcuno riconosce Nicoletta?
Quella notte di tanti anni fa…Le bombe le fischiavano sulla testa. Nicoletta faceva finta di non sentire e aveva quasi invidia del sangue che altri versavano, delle divise che lei non poteva indossare, dei nomi da uomo che si udivano gridare. Le stava stretto il suo nome come quell’abituccio logoro che indossava, la soffocava quell’aria opprimente respirata da coloro che sembravano comprendere tutto. Nella rabbia degli epiteti “affettuosamente offensivi” del parlare sboccato, Nicoletta diluiva giorno per giorno dosi di rabbia e di odio. L’ironia e il sarcasmo dentro di lei, piccola, bruna, magrissima, imperfetta…sembrava il parto osceno di una guerra che mostrava le proprie mostruosità portate a spasso insieme al calore del sorriso di chi le voleva bene. Tanti, in quella Genova di allora. Nicoletta, dal nome piccolo quanto lei, era nata per indicare a tutti quanto doveva ancora essere distrutto. E salvato.
E di partigiani ne aveva salvati, Nicoletta! Quante volte si erano aperte le tre porte! E quella botola sotto il tappetino ben teso! Li aveva sfamati, curati, nascosti. Nicoletta, dal piccolo nome. Eroina della Resistenza.
“Tanti anni fa… quella notte…
Nestin, Dria, Giuanin…bussano…apro. Entrano. Spariscono.
Un batti d’euggio. Cena di reixe.
Si dorme… Che belli cavelli biundi!... Vutou alla morte!... Era destinato alla morte! Ma che bel ragazzo!... Stava per finire tutto… Era la guerra… Ma sarebbe finita… Ero felice! Acceleravo i tempi… Loro uccidevano, io li salvavo…Nicoletta! Nicoletta!... E’ Dria che mi chiama…Arrivo…! Son qui, belin, di cosa hai paura? E’ finita. Da chì a un po’ finisce tutto!
…Arsite, bulicciu! Fammi posto, caro ragazzo, che sorrisi non te ne dò, ma sgranocchio per te quella vita che ti è indigesta!... Ma… mìa quante sedie vuote! A chi chiedo di farmi sedere?”
ELISSA E ALTRI RACCONTI di Franca Adelaide Amico
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