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giovedì 16 aprile 2015

SIGNOR PARKINSON di Nina Monica Scalabrin


STRALCIO.
Non è mai cosa facile raccontare il proprio dolore e sopratutto trovare le parole giuste per riuscire a trasmetterlo. Forse una storia come la mia non dovrebbe mai essere raccontata. Una storia dove la sofferenza diventa inevitabilmente parte integrante del proprio percorso. Appresi solo in seguito che proprio attraverso la scrittura mi sarei trasformata in qualcosa di nuovo e attraverso il vuoto desolante che avevano assunto i miei giorni anch’io avrei avuto uno scopo in questa vita. Il cuore muore lentamente insieme alla speranza come le fronde di un albero che ogni giorno perde le proprie foglie e la sua linfa scorre sempre meno dentro le sue radici fino ad avvizzirle completamente. L’esperienza dell’uomo sulla terra è sempre un fatto singolo e davanti alla morte l’essere umano è più solo che mai. Sono anche certa che per chi rimane solo a lottare contro il destino non resti altro da fare che camminare con pazienza in un lungo tunnel confidando solo nella forza della vita. Una sorta di lento pellegrinaggio solcando il sentiero della memoria e del dolore. 
Spero tanto che quando abbia scritto al di sopra di un semplice quaderno dalle pagine rigate un giorno possa essere di conforto a tante famiglie che come la nostra hanno subito l’oltraggio e la terribile perdita di qualcuno che si ama quanto noi stessi. Questa mia missiva è per voi …. L’ho scritta nelle lente giornate della sua agonia dove infondo ad una parte del mio essere speravo che mia madre si trasformasse presto in un angelo capace di volare via e ritrovasse nuovamente la pace!.... seguendo il sentiero delle anime sole che fluttuano e danzano in un'altra dimensione a noi sconosciuta. Dove tutto è pace, silenzio e ombra. Il resto per noi umani è mistero, è segreto. La scrissi per lei, cercando di imbrogliare il tempo e per distrarre la morte ma con sempre viva la speranza dentro il cuore che essa mi fosse servita di buon auspicio in attesa di una sua insperata guarigione.
Oggi la mia missiva è cambiata, a malincuore sono certa che non la leggerà mai. La malattia ha dato esiti inappellabili! Non si è mai pronti a dire addio a qualcuno che si ama tanto … anzi! Un cuore umano non saprà mai resistere alla atroce pena di vivere all’ombra di chi soffre, o peggio di chi vegeta ma sente, di chi giace in un limbo senza ritorno ma è costretto ad osservare ciò che gli succede attorno.
 Nina Monica Scalabrin

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