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giovedì 16 aprile 2015

"Emily Dickinson" di Adele Cavalli.


Spero non vi dispiaccia, mi piacerebbe farvi leggere un profilo di Emily Dickinson che ho tracciato utilizzando le numerose lettere che, nel corso degli anni, ha amato scrivere ad amici e parenti.
L'ho scritto tempo fa sulla pagina che ho dedicato a 'Scrittrici in giardino', perchè lei è una delle dieci scrittrici-giardiniere di cui mi è piaciuto scrivere nel mio libro.

Siamo ad Amherest, un villaggio della nuova Inghilterra dove, nella vecchia casa che era stata del nonno, vive Emily Dickinson, insieme a lei il padre, persona austera, rigida e severa, ma molto amato. “Sempre integro, duro come il ferro, ma limpido come l'acqua“. Pur non amando cucinare è per lui e solo per lui che Emily prepara torte in cucina. 
La madre, donna timida e gentile che vive all'ombra del marito.
La sorella Lavinia, a cui è legata da profondo affetto: “Senza di lei la vita sarebbe paura e senza la sua voce incitante, una viltà il paradiso“.
E' grazie a Lavinia che buona parte delle lettere e delle poesie di Emily sono state pubblicate.
Poi c'è il fratello Austin, che si laurea in legge, svolgendo poi la sua attività ad Amherst e giovanissimo si sposa con Susan, grande amica della sorella, abitando in una casa a poca distanza da quella dei suoi, solo il giardino le divideva.

Per il momento vivono qui, tutti insieme in questa grande casa.

Le donne si occupano di tutto: accendono il fuoco, puliscono e riempiono i lumi, pompano l'acqua dal pozzo, fanno il pane, cucinano e cuciono i vestiti. 
Emily scrive sempre su piccoli fogli che porta con sé, mentre screma il latte nella rimessa silenziosa o sull'involucro del cioccolato, mentre prepara una torta in cucina e, con le mani ancora sporche di farina, continua il pensiero appena abbozzato nella rimessa. Poi riunisce il tutto in quaderni che chiude nel cassetto in camera sua. 
C'è un'atmosfera serena, sono anni felici, per lei, questi ed il suo è un atteggiamento gioioso e pieno d'incanto e di interesse per tutto ciò che la circonda. Frequenta gli amici, si diverte nei boschi montando a cavallo, si veste alla moda, è molto socievole e piena di vita e così si descrive: “ Sono piccola come lo scricciolo, ho i capelli ribelli come il riccio della castagna e gli occhi come scherry che l'ospite lascia nel bicchiere.”
Fuori la casa è circondata da un ampio prato che reclina verso il ruscello, querce frondose e abeti riempiono gli spazi intorno.
Poco distante l'orto, lei è “cresciuta nell'orto” che ama curare, cucinando le verdure raccolte: i fagioli “in fricassea” e li fa diventare “quella crema gustosa per cucinare che a 'Zia Emily' piaceva centellinare”.
Lì vicino, un vigneto che “sembra un regno, con grappoli maturi e rotondi a mo' di re, e bocche affamate a mo' di sudditi - il primo esempio a memoria d'uomo di sudditi che divorano i re! L'uva è eccellente, succosa, e così porporina” e lei “si figura che gli abiti dei re non abbiano una tinta più regale.”
Intorno alberi di pesche “molto grosse - da un lato una guancia rosata, e dall'altro una dorata, e quella peculiare veste di velluto e lanugine, che rende una pesca così bella.”
Nell'aria si spande il profumo del fieno “è ancora piccolo, senza pretese, come tendono a essere i cuccioli, ma fa intravedere robuste promesse di covoni di qui a poco.”
In inverno si accende il camino in cucina ed Emily cuce, seduta lì vicino, con in mano “i fili da orlare per un vestito della mamma.”
Rammenda le calze di lana, e ogni tanto ripara qualche imperfezione alle camicie di Austin.
In cucina si stira, è Maggie a farlo, e “il calore del cotone, del lino e del crespo fanno diventare rosse le guance della micia.”
Anche quando fa molto freddo lei che ama i fiori ha sempre “molti mazzolini di muschio e felce sul davanzale della finestra che chiama fiori dei Santi, perché non sgambettano come gli altri fiori, ma se ne stanno tranquilli e candidi.”
Spesso in inverno “nevica lentamente e solennemente, e difficilmente si vede qualcosa che si muova fuori - di tanto in tanto passa qualcuno, con un grande mantello stretto intorno eppure intirizzito, e di tanto in tanto un micio sperduto fuori per qualche faccenda urgente striscia tra i fiocchi di neve, e sguscia via più presto che può mezzo congelato e più nevica e più forte soffia il vento, più luminoso arde il fuoco, e più lieto canta il grillo del focolare".
E poi finalmente “arriva la primavera - la neve è quasi sparita, e la grande Terra bruna è affaccendata a rivestirsi di verde - prima si mette i mutandoni, poi le gonnelle, poi un corpetto di tutti i colori, e calze e scarpe davvero deliziose - no, non sono scarpe, sono delle minuscole ghette, allacciate con erba e boccioli.
Il cielo è azzurro e caldo - il vento soffia giusto quel tanto che basta per tenere le nuvole in movimento”.
Ed iniziano le pulizie che spazzano via l'inverno: la lavandaia sta lavando, e “si possono sentire gli spruzzi della saponata calda. E Vinnie spazza - spazza, sulle scale; e la Mamma si affanna tutt'intorno con i capelli in un fazzoletto di seta, per la polvere.” 
Poi tutto diventa “ luminoso, azzurro, verde e bianco, e cremisi, come i ciliegi in pieno fiore, e i fiori di pesco sbocciati a mezzo, e l'erba ondeggiante, e il cielo, le colline, le nuvole, possono farcela, se ci provano.”
Così, a grandi passi, arriva “l'estate ridente, che fa cantare gli uccelli, e mette in moto le api.
Strani germogli crescono su molti steli, e gli alberi accolgono i loro inquilini.”
Emily è lì tra i suoi fiori e noi così la lasciamo tra i “ Garofani che - versano i loro aromi - e le Api che li colgono”.
Adele Cavalli

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