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sabato 7 marzo 2015

"Pensieri di una mente pigra" di Maria Francesca Consiglio.

STRALCIO.
Conosco quel che del mondo t'infastidisce, quel che rende i tuoi occhi due fedeli coperti solo di candide tuniche cerulee, martiri impalati in valli oscure dove nulla vedere se non un giovane dolore gattonare veloce ed instancabile. So che la bruttezza che non concepisci ti fa desiderare la cecità del cuore. Conosco bene ciò che uccide miseramente i tuoi desideri, ciò che il tuo piccolo cinema esclusivo degli orrori proietta in quella parte di te che piange dei ricordi di quell'amore strappato via prematuramente, sala deserta priva di colori, contrasto di bianco e nero che hai eletto nuovi Dei da adorare, palliativi di un rosso materno che non sbiadirà mai. Conosco le fughe dalla realtà maligna che gioca a poker con te mentre la sorte t'imbroglia le carte: i quadri appesi sulle pareti che sanguinano la tua arte erotica. I fiori degli imbecilli che t'amano per vanità e poi fuggono incapaci di tener le redini del tuo intelletto. I cuori che spezzi inconsapevolmente e che poi, come frisbee impazziti, tornano indietro elemosinando amore, regalandoti vendetta. Le picche nere e i due che regali ai tuoi spasimanti. Ti seducono troppe infatuazioni e poco amore dico io che dal basso guardo le tue foto e ricamo fantasie di noi immortalati dentro autunni immaginari di Botticelli. Mi verso da bere lacrime accompagnate da pasticcini farciti di follia, o erano solo pasticci? Conosco ciò che ti fa inorridire e dunque un pensiero mi s'annida in testa, ape dispettosa che vuol togliere il miele dalle mie farneticazioni: se ora io diventassi tutto quel che aborri smuovendoti viscere e nervi, tesi come l'arco di un Cupido senza amore, potrei con il conseguente tuo rifiuto, divincolami da te? Potrei dimenticarti mentre sfili sul mio orgoglio, mentre scandisci il tuo addio con disprezzo? Potrei si ma poi di cosa vivrei? Vagabonda senza prospettiva, delirante a cantar del nulla con la dignità, che avrei scelto di rincorrere al posto tuo, a tenere il ritmo del mio funesto futuro. No. Voglio essere ogni seme delle carte del tuo mazzo, o forse lo sono già. Le tue tempere sono scale di grigi ma pur di regalarti il rosso mi unirei ai due fedeli ormai sanguinanti nella valle senza ritorno. 

 tratto da "Pensieri di una mente Pigra"
© Maria Francesca Consiglio Writer - all rights reserved.

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