Al secondo anno del liceo scientifico ero già ben consapevole che "la matematica non sarà mai il mio mestiere", come cantava il cantante, e la ignoravo ignominiosamente quel tanto che bastava per non andare al recupero, buttandomi a capofitto sulla letteratura, la filosofia, la storia dell'arte...
Ero però anche caparbia, spavalda, sfrontata nelle scelte fatte come solo a quindici anni si può essere: pertanto aggiravo l'ostacolo matematica e andavo incontro ai miei giorni con la magica convinzione che il futuro fosse mio, COMUNQUE!
Avevo un compagno di classe intelligentissimo, ma proprio di quelli classicamente scientificissimi!, il quale invece di insultarmi in quanto capra mi elogiava, stupito che del Leopardi ne sapessi più di Leopardi e, perciò, mi chiamava Mia Stimata...
A quindici anni queste cose NON ti stupiscono. Ti sembrano dovute.
Accade che in terza liceo il mio compagno debba cambiare sezione e me lo perdo nei meandri dei corridoi, di altre interrogazioni, di altri prof , di altre scale e altri vicini di banco....Rimango in balìa esclusiva della mia capraggine!
Per cinque interminabili anni di liceo scientifico ho temuto e disprezzato ogni compito di matematica: coerentemente. E, per contro e per compenso, ho svolto SEMPRE doppio compito di italiano sperando che una compagna di classe mi ripagasse passandomi qualche formula e qualche esercizio...Ma i cinque interminabili anni terminavano con l'esame di maturità: L'INCUBO! Che arriva, puntuale, coi temutissimi scritti...
Il patto d'acciaio con la compagna però C'E', ed è siglato con lacrime e sangue prima di entrare in aula: oh, estasi...Io avrei svolto per entrambe lo scritto di italiano, e lei naturalmente quello di matematica...Peccato che si iniziasse con l'italiano, però! E' il primo giorno d'esame, ed io svolgo due splendidi compiti per due tracce diverse: uno per me e l'altro, forse il migliore, per la mia compagna... Ero soddisfatta; soddisfatta e gioiosa.
Secondo giorno: eccolo, L'INCUBO!....Il tempo scorre lento e insieme veloce. Io aspetto, aspetto, e sollecito la medesima compagna affinchè mi passi i problemi...ma naturalmente, invano!
Con l'urlo di Munch paralizzato sul volto vedo inesorabilmente scorrere il tempo...Sono paralizzata nella mente, e nel cuore...
...Quando ecco, verso la fine delle ore a disposizione, dal lato opposto e lontanissimo dell'aula si avvia il passamano di un bigliettino per me...contenente buona parte degli esercizi d'esame...da parte di un ex compagno di classe. QUEL compagno di classe. Che io neanche avevo visto dove fosse seduto... Un biglietto PER LA SUA STIMATA!!!!....
L'urlo di Munch assume i connotati un po' ebeti dello stupore....poi si spiana in un sorriso, credo uno dei più bei sorrisi della mia vita. Di quelli liberatori: coi lucciconi.
All'uscita neanche l'ho cercato, ma non per noncuranza. Perchè a quindici anni le cose vanno così, e basta.
Chissà se il mio meraviglioso compagno se ne ricorda...
Probabilmente no, le persone generose fanno tutto d'istinto, REGALANO BENESSERE SENZA NEANCHE ACCORGERSENE.
Adesso un social network ci ha permesso un timido ed adulto ritrovarsi: anche se lontani nel tempo, e nello spazio, che forse è il ritrovarsi migliore! Adesso devo fargli capire, dunque, e raccontare senza reticenza alcuna perché è giusto spiegarglielo!... Spiegargli del mio sorriso,
del mio ottimismo, del mio carattere fiducioso, dell'aspettarmi sempre il meglio...
Lui, e lui solo, è il responsabile, ogni volta che mi arriva una coltellata alle spalle, del mio guadarmi intorno per vedere da quale punto mi sta già arrivando il bigliettino....
Mirella Eterna Liceale ringrazia, con inenarrabile stima.
Mirella Morelli
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