Io sono una vecchia donna. Protetta tra i tralicci d'edera del porticato della mia casa, ascolto parole che non sono mai nate. Suonano come strumenti in assolo, ora che la vita -la mia- sta per abbracciare le larghe membra della morte.
Come in fila in dolce attesa, ecco Fiducia, figlia indesiderata della paura e del non riconoscimento.
Felicità. Sdentata occasione nel tempo.
Infine Amore. Prediletto sospetto, lasciato nel convento dei dispetti celati.
Fiducia, Felicità, Amore: orfani di Noi.
Vivo il loro eco lungo gli spigoli decisi e fragili del mio corpo. Come unico piacere rimasto. Aleatorio. Abulico. Ma insonne. In una quiete di-sperata e delicata che mi accompagna.
Non mi sento più sola. Ma perdonata.
ROBERTA MANZIN
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