domenica 5 aprile 2015

Dio salvi il re ( da me) di Maria Francesca Consiglio.


Consumami le guance con promesse che non manterrai. Tu, anima bestiale che disconosco dal mio mondo, come ogni cosa che non trabocchi di me e del fratello dolore, consanguineo sgradito ai molti, che non mi vergogno di presentare ai gala dell’ipocrisia, con la saliva delle menzogne versate nel punch a dissetare le lingue biforcute, disegnate per reggere il forcone del demonio. Ho i crampi alle anche quando attraverso la navata della terraferma dove non ho domicilio, io nomade con il passato pesante come il fagotto ‘d’Atlante. La frusta delle mie parole non basta a scorticarti le carni e il volermi. Mi vuoi ed io voglio esser voluta. Desiderar una chimera come me è tragedia perché invalida il ruolo e rovescia la democrazia; mi prendi agitando le dita da monarca capriccioso che chiede al giullare di corte di privarmi delle vesti. Ti mordo ed ogni dente spezzato è gemma incastonata sulla tua corona sudata. Suda la tua mente, fa l’amore incatenata alla coda della mia, m’impregna le lenzuola di pianti e cori gregoriani mentre la luna destituisce il sole che non ride più, non ride più. Venere veglia sull’amore che mi non trapassa il petto, che non oltrepassa la carta. Venere fingimi l’umanità che su di me non attecchisce. Venere riprenditi la beltà che fa impazzire gli altri rendendoli ciechi alle urla dell’esistere, che fa impazzire me, Narciso senza petali. Venere ruberò una freccia al tuo figlio dormiente e la conficcherò dentro alle certezze del monarca radendogli al suolo il regno; amarmi significa far cullare il neonato imperfetto allo spartano. Venere, che t’ho disarcionato la conchiglia mentre nascevi sulle spiagge del mio cuore immenso agli occhi della formica, dimora dell’ignoranza di Polifemo, grotta senza eco, neve senza freddo, bacio senza lingua e batticuore, omicidio senza rimorso. Il monarca m’ama sicuro affidandosi alla forza della gerarchia, dell’esperienza sulla mia non innocenza. Lo spoglio dello scettro che ha usato per farmi sua. Chi è adesso il giullare di corte che non sa spogliarsi della risata neppure quando il boia lo invita alla sua festa come ospite d'onore?
Maria Francesca Consiglio

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