A mia madre
Infine reclinò la testa
Sul palmo
E fu vortice di buio.
Un attimo
- il suo utero lacerato
e io nascevo
- lei nacque e
io morii,
in un incontro
sulla mia mano
Fu vortice e abisso
e insieme
avviluppammo,
la testa sul mio palmo
a ricordo dell'eternità
“Signora, è
morta”
Ora la mano sulla spalla
era del medico,
sul bordo del mio precipizio
Proprio lì
dove insieme vorticavamo
Buchi neri
di infinite galassie
Io morivo, lei nasceva
Vorticavamo
insieme
Insieme
Io nascevo, e lei sul palmo
inabissava
- oh il mio palmo di bimba che avanzava
mentre il viso suo
lento e tragico
annaspava
E mi svegliai
da sola.
© Mirella Morelli
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